Replying to Dei greci

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Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 24/11/2007, 22:33
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    Bacco di Michelangelo

    Dioniso o Bacco nella mitologia greca, figlio di Zeus e della mortale Semele; dio del vino e della vita naturale, insegnò ai mortali la viticoltura e la vinificazione.
    Di probabile origine tracia, dal V secolo a.C. fu conosciuto anche come Bacco e godette di un culto particolare, comprendente pratiche estatiche e orgiastiche: le sue seguaci, dette menadi o baccanti, vagavano nei boschi celebrando il dio nell'ebbrezza dionisiaca, al limite della ferinità e della violenza; del suo corteggio si riteneva facessero parte anche centauri, ninfe e satiri: uno di loro, Sileno, fu precettore del dio. L'unica sede fissa in cui godeva di un culto era Delfi, dove divideva il tempio con Apollo e veniva celebrato in grandi feste cittadine. Durante le celebrazioni si svolgevano numerose competizioni teatrali, alle quali partecipavano grandi drammaturghi come Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane. Nei suoi misteri centrale era la funzione della musica, spesso articolata su strumenti a fiato, secondo un uso che si traspose nella commedia attica, così come il ditirambo, i cori e le danze che furono adottati nella tragedia. Il culto mistico di Dioniso ricopriva un'importante funzione sociale, in quanto sublimava e simboleggiava elementi della religione che la civiltà greca aveva rimosso o superato, quali il sacrificio cruento, l'adorazione della natura, i culti fallici e i riti di iniziazione.
    Il culto di Bacco, o Libero, si diffuse anche presso i romani, dove i suoi misteri furono chiamati Baccanali e divennero così sfrenati da essere proibiti dal senato nel 186 a.C.; nel I secolo d.C., tuttavia, i miti dionisiaci erano ancora popolari, come attestano le raffigurazioni visibili sui sarcofagi e le celebri pitture murali della Villa dei Misteri a Pompei.

  2. Posted 28/5/2007, 11:02
    :quoto: in effetti non hai tutti i torti, anzi nessuno :P
  3. Posted 22/5/2007, 21:41
    Non so se sia giusro definire quello di Cassandra un "dono", visto che nessuno le credeva..... :huh:
  4. Posted 19/5/2007, 21:14
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    Benvenuto Cellini - Apollo e Giacinto

    APOLLO (Grecia) Figlio del dio Zeus e di Leto, figlia di un titano. Nelle leggende omeriche Apollo era prima di tutto un dio profeta con un importante oracolo a Delfi, che concedeva talvolta il dono profetico ai mortali che amava, come la principessa troiana Cassandra. Era anche il dio della musica e della medicina, oltre che un abilissimo arciere e un grande atleta; era anche il dio dell'agricoltura e del bestiame, della luce poetica e della verità filosofica. Talvolta Apollo è descritto spietato e crudele, come nell'Iliade di Omero dove si dice che rispose alle preghiere del sacerdote Crise, che implorava la liberazione di sua figlia da parte del generale greco Agamennone, lanciando frecce infuocate portatrici di peste sull'esercito greco; uccise per gelosia Coronide, che gli aveva dato il figlio Asclepio; rapì e violentò la giovane principessa ateniese Creusa e l'abbandonò assieme al figlio con lei concepito. Nell'arte antica Apollo veniva rappresentato più delle altre divinità, forse per la sua bellezza fisica. Uguale per i Romani
  5. Posted 20/3/2007, 07:49
    ma guarda che storie 'sti greci! La loro intuizione, in questo caso, é sorprendente, quella di chi questo dio ha "coniato". Incredibile :o:
  6. Posted 18/3/2007, 21:42
    ASCLEPIO

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    Asclepio è un personaggio della mitologia greca.
    Il nome, a Roma, viene deformato in Esculapio
    Figlio di Apollo e di Arsinoe secondo Esiodo, oppure di Apollo e Coronide per Pindaro, comune mortale per Omero, si diceva fosse stato istruito nella medicina da Chirone, o che avesse ereditato tale proprietà dal padre Apollo.
    In Grecia Asclepio veniva venerato come il dio della medicina: il suo culto aveva il suo centro a Epidauro, ma era onorato anche a Pergamo.
    Secondo il mito, Apollo si innamorò di Coronide mentre ella faceva il bagno in un lago. I due consumarono la loro passione, poi il dio andò via, lasciando una cornacchia a guardia della ragazza.
    Coronide decise di sposarsi con Ischys, e la cornacchia, quando li vide assieme, volò da Apollo per riferire. Quando scoprì che Coronide era incinta, decise di punire la cornacchia, tramutandole le piume da bianche in nere, poiché non aveva allontanato Ischys da Coronide.
    Artemide uccise Coronide trafiggendola con un dardo, per vendicare il fratello disonorato. Apollo, però, decise di salvare il piccolo che Coronide aveva in grembo, e chiese ad Ermes di prenderlo dal corpo della madre. Apollo decise di dare al piccolo il nome di Asclepio.
    Da Lampezia o da Epiona, Asclepio ebbe sei figli:

    Igea, la salute;
    Panacea, che aveva il dono di curare tutti le malattie;
    Iaso, che provocava malattie;
    Egle, madre delle Grazie;
    Macaone, che combatté a Troia e fu ucciso da Euripilo;
    Podalirio, medico.

    Nell'antica Grecia si pensava che bastasse dormire in un santuario consacrato ad Asclepio per guarire da ogni malattia.
    Asclepio viene spesso raffigurato con in bastone che porta il suo nome, caratterizzato per la presenza di uno o due serpenti, animali sacri per la divinità, in quanto simbolo del rinnovamento. Il suo bastone ancor oggi è il simbolo della medicina (da notare che il doppio serpente ricorda in modo inquietante la doppia elica del DNA).

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  7. Posted 15/3/2007, 07:55
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    M i n e r v a (Atèna)



    Era la dea della sapienza, e non poteva che essere figlia del dio sommo e della Saggezza infusa in lui. Natali più che aristocratici… E quale altra dea se non lei, che i greci chiamavano Athéna, poteva essere scelta dagli dèi per dare il nome alla città che fu culla e nutrice della più prolifica e speculativa sapienza del mondo, Atene?

    Uno dei simboli di Minerva fu l’ulivo, emblema della pace: perché la dea fu certamente anche dea della guerra (nacque già equipaggiata con elmo e giavellotto), ma lo fu soprattutto della pace. Essa infatti non ama la guerra per il gusto della strage – differenziandosi in ciò dal fratello Marte – ma per il trionfo della giustizia e delle giuste rivendicazioni.

    Un altro aspetto della divinità di Minerva è la creatività dell’ingegno, nell’arte e nel pensiero; ed è a lei, nella mitologia, che si deve il progredire dell’uomo nella sua ingegnosità: Athena lo aiutò (anzi, fu lei che materialmente lo fece) a costruire le prime fornaci, la prima nave, la casa e il tempio; gli insegnò ad essere agricoltore e ad allevare il bestiame, ad essere tessitore e filatore.

    E anche lei, manco a dirlo, si occupò… di politica, ma in uno stile più alto, quasi da politologa, da opinion-maker: inculcò nell’uomo il concetto di buon governo .

    Fu una dea… nubile: troppo presa fra armi, giustizia, studi e creatività. A lei “Parthènos” (vergine) il grande Fidia dedicò una statua d’oro e d’avorio che era custodita nel Partenone (ecco il perché di questo nome) ad Atene.
  8. Posted 24/2/2007, 15:39
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    G i u n o n e (Era)



    Era una potenza, l’unica dea capace di tener testa all’onnipotente marito-sovrano. Per proporle di diventare sua moglie e regina dell’universo, quel bricconcello di Giove si presentò alla giovane dea sotto forma di volatile, un piccolo cuculo che le si posò tremante sulla spalla per trasformarsi poi in uno splendido dio, il principe azzurro delle favole moderne.
    Il loro fu veramente un matrimonio d’amore, anche se contrastato in seguito da infedeltà, gelosie, ripicche: tutte caratteristiche della natura umana nelle quali gli antichi vedevano gli eterni sconvolgimenti di cielo e terra.
    Al contrario del marito (specializzato in camuffamenti vari, sotto forma di cigno, torello, pioggia d’oro), Giunone è il simbolo della fedeltà coniugale e il modello di moglie: greci e latini ponevano sotto la sua protezione matrimoni e nascite.
    Poiché separazioni e divorzi non li abbiamo inventati noi moderni, anche l’augusta coppia non ne fu indenne: stanca delle continue performances erotico-sentimentali del marito, l’infuriata Giunone si risolse a una separazione, sia pure non consensuale, e abbandonò il… tetto (anzi l’Olimpo) coniugale. E siccome noi moderni non abbiamo inventato neanche il “tarallucci e vino” *, il tutto finì in una riappacificazione, grazie a uno scaltro stratagemma di Giove, che, come tutti i mariti infedeli, ricorrono a tutti i mezzi per riportare a casa la moglie brontolona ma insostituibile (e intendiamoci: vale anche per… le mogli infedeli).
    Nemmeno la politica (degli umani) fu estranea alle continue baruffe degli olimpici consorti. Giunone parteggiava per i Greci e ce l’aveva a morte con i Troiani, perché un loro principe, Paride, aveva offerto il “pomo della discordia” a Venere e non a lei, designando la dea dell’Amore come la più bella (l’altra contendente era Minerva).
    Giove, invece, parteggiava per i Troiani, e potete immaginare le discussioni di carattere… politico che avvenivano fra i due. Niente di nuovo sotto il sole: anche loro non erano super partes.

  9. Posted 21/2/2007, 01:00
    miiiiiiiiiiii: dopo tanto che lo cerco st'argomento...eccolo qui :D
  10. Posted 30/1/2007, 08:31
    Questi, Zeus e Poseidone, gli dei più famosi da cui si sviluppò tutta la genealogia dell'Olimpo. Sarà meglio ripassare un po' le origini, così mi faccio un poco di memoria :P

    In principio fu il caos, una voragine di tenebre senza confini e senza tempo. Dal Caos si formarono, mosse da forze misteriose, Gea la Terra, Eros il dio fecondatore, la Notte ed Erebo, che era un luogo tenebroso all’interno della Terra. Da Gea nacquero Urano, il cielo stellato, Ponto, il mare e le montagne. Dall'unione di Erebo con la Notte nacquero invece i loro contrari, il luminoso Giorno ed il rarefatto Etere. La Notte generò figli mostruosi, come il Destino, la Morte, la Discordia, la Vecchiaia e le temibili Moire, o Parche, arbitre del bene e del male, della vita e della morte. Dalla Terra e da Urano nacquero i Titani e tra questi Crono, il Tempo. Dopo i Titani, Gea generò i Ciclopi ed i Centimani, tutti esseri mostruosi, che Urano terrorizzato, cacciò nell’Erebo, ma Crono, il più giovane e astuto dei Titani con l’aiuto della madre tese un agguato al padre uccidendolo e diventando così il padrone dell’Universo. Sotto il regno di Crono il mondo si popolò di divinità tra cui le figlie di Ponto, della Notte e dei Titani stessi. Dall’unione di Crono con la sorella Rea nacquero dei figli ma siccome era stato predetto a Crono che uno di loro l’avrebbe spodestato egli, per non correre rischi li divorava appena nati. I figli divorati furono Hestia, Demetra, Hera, Ade e Poseidone. Rea sentendosi offesa, quando partorì l'ultimo figlio, Zeus, non ebbe la forza di darlo al padre, cosi con l’aiuto di Gea, lo nascose sul monte Ida, a Creta. Rea affidò Zeus alle cure delle ninfe dei boschi, presentando cosi al marito, invece del figlio, un masso avvolto nelle fasce. Crono non si accorse dell’inganno e ingoiò la pietra. Zeus crebbe molto forte e quando venne a conoscenza della sua storia volle affrontare il padre, vincendolo e costringendolo con un intruglio a vomitare i figli ingoiati.

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