Posts written by E_Greffulhe

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    :nonso: Si, ma se vuoi puoi lo stesso una sorta di articolo riguardante la serata della serata inserendo qualche immagine, del libro, degli ospiti, dei relatori etc e a parte , in un altro post pubblichi il nuovo evento
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    Si certo...
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    Ciao, in realtà non abbiamo un'apposita sezione per la pubblicità . Come forse avrai già notato, abbiamo soltanto una sezione dedicata ai nuovi autori che vogliono pubblicare on line i loro racconti.
    Cio' che potresti fare però , nel caso in cui dovessi organizzare un evento per la presentazione del libro, potrai segnalarlo nella sezione "News".
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    Definizione di GATTA MORTA :
    "Persona che ha un'aria mite, mansueta, ma in realtà è tutt'altro: fare la gattamorta; essere una gattamorta... Comportarsi con indifferenza sorniona, fingersi ingenua e distratta per non destare i sospetti dell'avversario e giocarla d'astuzia. Come fanno i gatti in agguato, che fingono di dormire ma che al momento buono balzano e ghermiscono l'incauto uccellino che si e' avvicinato troppo"

    A chi non è capitato almeno una volta nella vita di avere a che fare con una GATTA MORTA che ha cercato di fregargli il proprio uomo? ...e lì a domandarsi dove si è sbagliato e soprattutto cosa abbia “quella” più di lei? Perchè ? si chiede la poverina! Lei la vede così insulsa, mentre il suo uomo la trova "interessante"? :huh:quella GATTA MORTA (detta anche OCA PATENTATA O ZOCCOLA ..fate voi! ): Ho l'impressione che una volta erano rare, adesso è come se si fossero moltiplicate in maniera esagerata, costituiscono l’esemplare femmineo più stupido per eccellenza, non sanno parlare di nulla oltre che del tempo, del nuovo vestito o il nuovo paio di scarpe griffato. Sanno soltanto annuire o ripetere : Certo...certo...certo..."

    La GATTA MORTA è una femmina dalla levatura morale di uno scarafaggio, portata ad emettere risatine sceme ad ogni battuta ( a volte anche scema) dell’uomo che ha deciso di conquistare, lei è quella che prende per la sua dolcezza ilare, risata facile, adulatrice fino alla nausea, donna con scarsa personalità, molto disponibile sessualmente parlando, ecc.

    Non ha un vero pensiero, sa parlare soltanto della sua linea e del modo in cui ama essere femminile, condivide link di filosofi facendo intendere che anche in lei ci sia “profondità” e qualcosa da scoprire, qualcosa di speciale ed unico....... Peccato che siano tutte cavolate.

    La verità è che non è capace di pensare, non pensa nulla di particolare tranne come usare la preda prescelta, è profonda come una pozzanghera.


    Di solito questo tipo di donna non veste in modo appariscente, anzi, ha uno stile che si potrebbe definire “sobrio”, ed ha sempre un taglio di capelli pessimo ed è magra come stampella.


    Di cosa si nutre la GATTA MORTA? Insalatine......insalatine... e insalatine.....

    Cosa e chi ama la GATTA MORTA? Promozioni immeritate sul lavoro, farsi tanti selfies da pubblicare su Facebook, farsi fotografare in costume da bagno seduta in spiaggia sulla sabbia, sulla sdraio..in piedi , fotografare pasti luculliani che ovviamente non sfiora nemmeno, ama battere le ciglia agli ominidi scemi ed altrettanto stupidi che le girano intorno e spesso anche ai mariti di altre donne, perchè si sa, non è importante che sia single o sposato, l'importante è che sia ricco e la corteggi...!

    Fossi uomo mi farebbe schifo una così...eppure, la GATTA MORTA è il prototipo più amato dal genere maschile, quello da coccolare, difendere, proteggere, aiutare..... e si sa, gli uomini adorano sentirsi utili, importanti, dei "salvatori" ..........le Gatte Morte sono brave in questo.

    Sono perfida? No, dai....le perfide sono loro che celano un’anima da spietate strateghe dietro dolci sorrisini da bambolina e battitti di ciglia tutte mascara ...

    Conoscete la citazione : “Non sai mai quanto puoi essere forte finché essere forte è l’unica scelta che hai” ...quelle come me la conoscono bene, le Gatte Morte invece cercano sempre qualcuno che risolva loro i problemi.

    "Lei da sola non ce la farebbe…lei ha bisogno di me......." Non so voi, ma a me questa frase fa imbestialire! io mi sono stancata di sentire questa frase. Questa loro presunta vulnerabilità non è altro che strategia pura per farsi servire come principesse ed ottenere l'attenzione dell'idiota di turno che ha adocchiato.

    E tu ti chiederai ancora : “A me che manca?”
    “Niente”, se non ti vedono vuol dire che non hanno gli occhi giusti e meritano quel tipo di donna o è un gatto morto anche lui!"...e comunque è anche vero che

    gattamorta
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    Si...la colpa è soltanto nostra quando permeyttiamo loro di farci del male...mi spiace tanto per te -_- guardati intorno, non sperare di cambiarlo...gli uomini non cambiano :(
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    Domandone :) ...non so che età tu abbia, ma posso dirti che alla mia che è veneranda :) mi sono fatta delle idee confermate da molti.
    Sono tutte scuse...se un uomo ama ...ama e basta e lo dimostra.
    Tutto il resto fa parte delle "scuse" che noi donne spesso cerchiamo per giustificarli facendo del male soltanto a noi stesse :(
    Ti lascio con una citazione di un film carino che ho visto tempo fa, il titolo è: " La verità è che non gli piaci abbastanza"

    La frase: “ Fidati, se un uomo si comporta come se non gliene fregasse un cazzo di te, non gliene frega un cazzo di te davvero! “ ...triste ma vero :(
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    accabadora-michela-murgia-romanzo-einaudi



    Fino agli anni '50 in Sardegna si praticava l'eutanasia. Era compito di sa femmina accabadora procurare la morte a persone in agonia. Dal termine sardo accabai di derivazione spagnola acabar che vuol dire terminare,finire. S'accabadora era una donna che, chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze. Un atto pietoso nei confronti del moribondo e un atto necessario per la sopravvivenza dei familiari ( specialmente in contesti sociali meno abbienti) incapaci di gestire il dramma della malattia con l'impossibilità di avere l'assistenza di un medico spesso a molti giorni di distanza dal paese. Era qualcosa che tutti sapevano, ma di cui nessuno parlava... Sa femmina accabadora vestita di nero arrivava di notte a casa del moribondo e dopo aver fatto uscire i familiari che l'avevano chiamata restava nella stanza del malato e col viso coperto usava per lo più un cuscino per soffocarlo provocandone la morte. Ad onor di cronaca c'era un altro strumento che s'accabadora poteva usare "su mazzolu" un arnese contundente di legno che la donna assestava con un colpo diretto sulla fronte. Questa figura, espressione di un fenomeno socio-culturale e storico nei piccoli paesi rurali della Sardegna e' legata al rapporto che i sardi avevano con la morte. Nella cultura della comunita' sarda, non e' mai esistito una vera paura di fronte agli ultimi istanti della vita dell'uomo. Si puo' anzi dire che i sardi avessero una propria e personale gestione della morte, considerata il naturale ciclo della vita.
    A questo argomento la scrittrice sarda Michela Murgia ha dedicato un bel libro, pubblicato nel 2009, molto ben scritto "Accabadora". La protagonista Maria da bambina viene adottata da Tzia Bonaria una donna misteriosa e rispettata dalla comunità che le darà con amore molti insegnamenti sulla vita. Ma solo dopo anni Maria scoprirà la verità sulla sua madre adottiva:è un accabadora, e il loro rapporto si incrina fino alla rottura definitiva.Dopo quasi due anni di lontananza dalla Sardegna Maria riceve una lettera di invito a ritornare nell’isola a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute di Tzia Bonaria. Maria torna al paese e lascia Torino decidendo di accudire, come aveva promesso, la donna. L’anziana sopravvive tra dolori lancinanti davvero insopportabili. Solo allora Maria rivaluta le sue convinzioni in merito al tema ostico dell’eutanasia.
    Per fortuna, nel momento fatidico della decisione presa, l’anziana donna si spegne in modo naturale, evitando così a Maria di ricorrere al gesto estremo.

    Il problema dell'eutanasia è più che mai attuale. Abbiamo il diritto di decidere se voler mettere fine alla vita? O forse la domanda più giusta sarebbe: è giusto voler mettere fine a una vita che non è più vita? Se cristianamente dobbiamo accettare le sofferenze, credo però che vorrei decidere di poter mettere fine a un accanimento terapeutico, sia che si tratti di cure mediche, sia che si tratti di macchine artificiali...

    : Fonte dell'articolo
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    donne-a-lavoro

    Le donne del 2000
    piangono di nascosto per non ammettere d’esser stanche morte, passano i sabati mattina in pigiama a pulire,
    sono le donne che non sentirete mai infierire.
    Sono quelle che dopo dieci ore di lavoro vanno a far la spesa
    per preparar la cena. Studiano con i figli, allevano cani e conigli.
    Sono le donne che dicono di non aver paura
    per non destar preoccupazione, quelle che rinunciano a tutto
    per essere a casa ogni sera come una vocazione.
    Sono donne da corse al pronto soccorso in piena notte,
    che guidano con la nebbia, non chiedono abbuoni o raccomandazioni. Sono le donne sole alle stazioni.
    Quelle che nascondono i soldi nelle scatole di latta per i giorni fragili, che raccontano commosse del loro mondo azzurro
    perché sempre sperano in un futuro di burro.
    Le donne che risparmiano i trenta euro per la tinta dei capelli
    a fine mese e un compromesso sereno innanzi alle offese.
    Sono le donne del bicchiere mezzo pieno,
    quelle che chiudono casa quando tutti dormono
    e stendono i panni ad ogni ora della notte e del giorno.
    Sono le donne che corrono perché perennemente in ritardo,
    ma sempre presenti ad ogni traguardo. Sono quelle forti dai mille consigli, le stesse che quando escono con le amiche
    si sentono in colpa coi figli.
    Sono le donne dai magoni amari digeriti con cura,
    affinché la vita possa sempre sembrarvi un’avventura.
    Quando la sera varcate la soglia di casa,
    non fate mancare loro un bacio d’amore.
    Un abbraccio rotondo. Un sorriso anche se stanco.
    Regalate a loro una carezza mentre nel buio della notte
    fingono di dormire. Se stanno sveglie, è per raccogliere i sogni che troverete nelle scodelle della prima colazione e sentirvi gioire.
    E se non sapete come far di ogni donna una regina,
    a loro piacciono le margherite del giardino, i cioccolatini ripieni
    e i valzer ballati a piedi nudi in cucina.
    Sono solo donne e madri del duemila, con milioni di desideri
    ed un presente pirandelliano da uno, nessuno e centomila.
    Antonio Curnetta
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    Leronard Nimoy, è morto all'età di 83 anni nella sua casa di Los Angeles a seguito di una malattia polmonare cronica.
    Era il signor Spock di Star Trek, metà umano e metà alieno, con le sue orecchie a punta, le sopracciglia all’insù e il saluto con indice e medio separati da anulare e mignolo, la mano alzata mentre .
    A distanza di 50 anni , tutti lo ricordiamo per quell'interpretazione , anche se nella vita aveva fatto molto di più. Aveva recitato altri ruoli, diretto film, fatto il doppiatore,, il cantante con ben cinque album all’attivo, aveva scritto poesie e scattato fotografie., ma quel personaggio, gli era rimasto cucito addosso.

    Ha usato Twitter per lasciare, domenica, ai fan un ultimo messaggio commovente: «Una vita è come un giardino. Momenti perfetti si possono vivere, ma non preservare, se non nella memoria». Poi ha concluso il messaggio con il suo famoso saluto: «Lunga vita e prosperità».

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    Edited by E_Greffulhe - 27/2/2015, 23:21
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    È di Johnny Cash la più bella lettera d’amore mai scritta. Lo ha stabilito un sondaggio online, promosso da Beagle Street, in occasione del 14 febbraio, la festa degli innamorati., lanciando un sondaggio online, invitando chiunque a votare la più bella lettera d’amore di sempre tra quelle proposte. A vincere è stato, appunto, “The Man in Black”, la leggenda della musica folk Johnny Cash, che scrisse una lettera alla moglie June per il suo 65° compleanno.


    «Siamo invecchiati e ci siamo abituati l’uno all’altra. Pensiamo allo stesso modo. Ci rispecchiamo l’uno nella mente dell’altra. Sappiamo cosa l’altro vuole senza dover chiedere – scriveva un innamoratissimo Johnny Cash alla adorata consorte nel 1994 – A volte ci irritiamo un po’. Forse qualche volta ci diamo per scontati. Ma di tanto in tanto, come oggi, medito su tutto questo e mi rendo conto di quanto sono fortunato a condividere la mia vita con la più grande donna che abbia mai incontrato».

    Al secondo posto troviamo le parole di Winston Churchill alla moglie Clementine:

    «My Darling Clemmie , hai scritto per me parole molto care, sull’aver arricchito la tua vita. Non posso dirti che piacere mi abbia dato, perché mi sento sempre in debito con te, in modo schiacciante, se ci possono essere conti in amore…».


    In terza posizione, John Keats, uno dei più celebrati poeti romantici, che nel 1819 scriveva a Fanny Brawne: «Non posso esistere senza di te. Mi dimentico di ogni cosa. Al vederti di nuovo, la mia vita sembra fermarsi. Non riesco a scorgere nient’altro. Mi hai assorbito».
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    TEST PSICOLOGICO-CARATTERIALE. Scegliete un oggetto in questa immagine. Scoprirete qualcosa sul vostro stato d’animo attuale.


    test-psicologico


    Barattolo vernice chiuso
    Aggressività repressa, rivela un certo masochismo nel quale il soggetto sfoga le proprie ansie e insicurezza. La chiusura del barattolo manifesta una certa introversione e un’incapacità cronica di aprirsi agli altri.

    Bicicletta
    Emblema di equilibrio interiore e animo giovanile, la sua scelta rivela che il soggetto è il un movimento dinamico e innovatore che lo porta verso la ricerca di nuovi ambienti e di nuovi valori.

    Cesto di mele
    Simbolo di consapevolezza, di saggezza, rivela il conseguimento di un traguardo personale e la conseguente felicità.

    Chiodi
    Simbolo fallico che denota una certa violenza verso se stessi e verso gli altri. La scelta di questo oggetto rivela che la situazione sentimentale e psicologica è piuttosto alterata.

    Elmetto
    Simbolo di coraggio e di un animo guerriero, ma rivela anche una certa impulsività e incapacità nel prendere le decisioni.

    Libri
    Mostra come l’intellettualizzazione sia un valore della vita per chi li sceglie, ma averli relegati in cantina rivela che è una dimensione dell’esistenza che si considera persa (insieme, quindi, alla vostra identità) oppure superata.

    Martello
    Mezzo violento con cui si cerca di ottenere qualcosa con la forza. Questa aggressività può essere riferita ad un oggetto o soggetto esterno che l’ha realmente generata o essere una proiezione di conflitto interiore.

    Maschere
    Simbolo della finzione con cui ci difendiamo dagli altri. Valutare quale maschera usiamo di più vuol dire che si inizia a modificare positivamente ed energicamente il proprio modo di rapportarsi agli altri e, anche, comportamento verso se stessi e verso gli altri.

    Quadro

    Simbolo di stabilità e chiarezza, rivela che in questo momento si è alla ricerca di una visione di se stessi e degli altri.

    Ruota
    Rappresenta l’unione tra il mondo esterno e intimità, dunque chi lo sceglie è in movimento verso la scoperta delle varie sfaccettature della propria personalità. L’unica cosa negativa di questa scelta è che denota un movimento chiuso, ciclico, di tipo ossessivo.

    Salsicce
    Simbolo sessuale ma che rivela un significato legato, anche, al proprio stato fisico in senso stretto: chi lo sceglie di solito soffre di disturbi all’apparato digerente e di emorroidi.

    Sbarre
    Senso di claustrofobia e di solitudine che sconfina nell’isolamento. Rivela che state vivendo un periodo di depressione e di ansia notevole e non sapete come reagire.

    Scala rotta
    La scala è per l’inconscio un simbolo di salire verso un traguardo personale. Essendo questa scala rotta rivela che il cammino per il conseguimento dell’obbiettivo si è interrotto e che, quindi, vivete una situazione in bilico tra passato e futuro.

    Scatoloni
    Le scatole sono legate alla nostra personalità, in quanto sono recipienti di dinamiche inconsce che debbono essere chiarite. Il nascondere o chiudere ciò che contengono è un rischio.

    Scopa
    Simbolo totalmente sessuale che indica il pene, ma che non ha un significato volgare ma, al contrario, simboleggia una volontà a un rapporto intimo e pulito con la persona amata.

    Sedia rotta
    Simbolo di un periodo di instabilità che provoca tensione, stress e non permette riposo.

    Specchio rotto
    Lo specchio è simbolo di come ci vediamo, dunque il fatto che sia rotto rivela una lotta interiore che ci divide in due e ci fa soffrire.

    Tenaglie
    La scelta di questo oggetto rivela una condizione castrante in cui ci si sente obbligati e oppressi.

    Altalena
    Simboleggia un gioco erotico. Dunque rivela fantasie masturbatorie, ma è anche manifestazione di fissazioni ossessive che molto hanno a che fare con il complesso materno.

    Bambola
    Simbolo di legame irrisolto con l’infanzia, con il suo essere un’immagine statica della giovinezza rivela una certa incapacità a maturare.



    Barattolo vernice aperto
    Voglia di liberare la propria aggressività verso l’esterno e proiezione di disordine psicologico e di dinamiche inconsce verso ciò che circonda il soggetto, ma anche bisogno di lottare per la propria affermazione.


    FONTE
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    terremoto-siracusa-300x300

    Un terremoto di magnitudo 3.2 si è verificato alle ore 08:27 ad una profondità di 21,5 km al largo di Siracusa.
    Il sisma è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico del Golfo di Augusta.

    FONTE DELLA NOTIZIA : QUI
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    testacuore

    Le strette relazioni fra Cuore e Cervello: perché è necessario allinearli e tenerli in equilibrio.


    Si pensa che sia il cervello che regola l’attività mentale e invece, come insegna la medicina cinese, è il cuore. È l’attività pensante che è programmata per corrispondere al cuore piuttosto che viceversa. È come essere cresciuti su un malinteso che dice: il processo cerebrale deve precedere e ottenere credito poi, semmai, vedremo anche le ragioni del cuore. Stando ai fatti, il primo a formarsi nell’embrione è il cuore. Il cervello viene dopo e ciò che prima si forma ha la precedenza e richiede il rispetto della temporalità. Perché, direte voi?

    Semplice, poiché senza cuore niente cervello. Imporre l’attività cerebrale sul cuore significa bypassarlo e poi non lamentiamoci se abbiamo bisogno del bypass! E qui passo con voluta facilità dal cuore fisico al centro energetico del Cuore, all’area del torace, davanti e anche dietro. La distinzione tra il cuore-muscolo e l’area energetica-spirituale che lo accoglie sta diventando sempre meno netta, anche per la scienza. Il cuore anatomico, si scopre, non è solo una pompa e tuttavia quando si dice Cuore la mano istintivamente sa dove andare, e si poggia al centro del petto e non a sinistra dove è situato l’organo. Allineare il cervello al cuore è ciò che prende il nome di coerenza cuore-cervello – quando la mente combacia con il cuore – ora sempre più esplorata in campo scientifico. È come un pochino sotto-mettere (in senso letterale) il principio maschile del capo (testa) a quello femminile del seno (non a caso area del cuore), i quali poi armoniosamente si affiancano. Questa sottomissione infatti va intesa alla luce di un ordine di precedenza, come di un qualcosa che si evolve grazie a chi viene prima. Si sa il cervello – e la sua area pensante, la mente-intelletto – crede di essere il capo (da qui anche il nome di testa=capo) e vorrebbe sempre tener testa. Gli piacerebbe e ci prova, così è fatto, tuttavia è il cuore e la più ampia area ritmica che lo accoglie la sua l’intelligenza intuitiva, il Governatore, il Maestro. Ed è mia intenzione affiancare il cuore fisiologico all’area spirituale detta del Cuore piuttosto che separarli nettamente, come mai l’antica medicina cinese e il loro Tao hanno fatto. Sebbene sia consapevole che le capacità del Cuore spirituale si espandano ben oltre forma, tempo e spazio, oltre anche l’ampio toroide di frequenze elettromagnetiche emesse dal cuore fisico, di recente sotto la lente delle nuove scienze. Tale radianza elettromagnetica permea ogni cellula del corpo, incluse quelle del cervello. E questo già dovrebbe convincere i più razionali dubbiosi a imparare di nuovo ad ascoltare la “sua voce”.

    Il cuore fisiologico è l’organo più sonoro del nostro corpo, il suo ritmo scandisce il contrarsi e l’espandersi del movimento della vita in ogni punto nodale dell’organismo. In questo senso tutto il corpo pulsa nel Cuore, anche se a una prima occhiata distratta potrebbe sembrare il contrario. Il cuore possiede anche un sistema nervoso autonomo, per più della metà è costituito da neuroni e può diminuire e accelerare i propri battiti senza ricevere impulsi dal cervello. Lo sviluppo evolutivo del cervello che si è dimostrato progressivo e plastico sembra richiedere ora più che mai il coinvolgimento del cuore. Le capacità cerebrali hanno bisogno di essere illuminate dal Cuore per scoprirsi nella loro sconosciuta ampiezza.

    L’intelletto arriva fin dove può, e ora più che mai l’urgenza delle qualità del Cuore si fa sentire. Meglio è dire che il loro congiunto corrispondersi è la base dell’armonia mente-cuore di cui sembra necessitare una rinnovata umanità. Quali sono queste qualità? Apprezzamento, sincerità, gentilezza, rispetto, considerazione, gratitudine, generosità, attitudine al sorriso, apertura, inclusione, gioia e dall’altro lato, dispiacere, tristezza, amarezza, chiusura… Assai auspicabili e degne di essere coltivate le prime, il troppo di ognuna di esse può provocare un senso di squilibrio. Chi, direte voi, può sentirsi squilibrato nella gioia? Se questa assume caratteristiche di attaccamento emozionale e di eccesso per esempio di esuberanza sopra le righe, di entusiasmo altisonante. Come si dice: sembrava gioia, ma era un calesse! Ogni organo ha un suo gemello, che lo radica. Nel caso del cuore si tratta dell’intestino tenue, l’area energetica ombelicale dell’hara della tradizione giapponese e del cosco di quella andina. Esso collabora con il cuore a veicolare in basso eventuali eccessi di energia assumendo caratteristiche digestive da un punto di visto fisiologico ed energetico, evitando congestioni, ristagni di sangue e di emozioni nella parte bassa della pancia che possono essere disfunzionali anche per le ovaie e le mestruazioni. E direi anche per i meno conosciuti effetti sulla prostata. Soprattutto per la donna l’asse cuore-ventre è molto importante, sebbene tenda quale moderna creatura ubicata spesso nella testa a dimenticarsene. È con la pancia che sente di voler far parlare il Cuore, è nel ventre che ne percepisce la quiete e lo scombussolo, del suo ed eventualmente di quello di un nuovo essere. In lei infatti possono pulsare due cuori contemporaneamente, quale misteriosa meraviglia! E venne chiamata due cuori. Che magari nulla ha a che fare con la narrazione di un libro così titolato di cui non ricordo il contenuto.

    Detto questo, che ne sappiamo noi del Cuore? Qual è la nostra esperienza diretta? Ci fermiamo ad ascoltarlo? E non intendo il suo pulsare, talvolta impazzito da non poter essere trascurato? Ci prendiamo qualche momento per conoscerlo? Per comunicare con il Cuore? Per ascoltare con i suoi orecchi, guardare con i suoi occhi? Per parlargli e parlare con la sua bocca? Per toccare, con la consapevolezza diretta che le mani sono un suo prolungamento? Basta raccogliersi un attimo, magari chiudere gli occhi e sentire la comunicazione diretta tra il Cuore e ciò che è toccato. È un gesto semplice, di cui abbiamo dimenticato la naturalezza. Si tratta di riscoprire la differenza tra ascoltare, guardare, toccare, parlare con la testa e farlo invece con il Cuore. Si può cominciare con la musica, iniziare consapevolmente a lasciarla entrare nel Cuore, ad ascoltarla con le sue orecchie, rimanendo in ascolto dello stesso Cuore, tornando a essere un po’ esploratori e un po’ scienziati pronti a meravigliarsi di ciò che il Cuore ha in serbo per noi. Possiamo “raggiungerlo” accompagnando il respiro, riposare nella sua ampia area, un attimo, espirando. Così come la stufa o il caminetto, una volta accesi, diventano il cuore della casa, spargendo calore, luce e senso di allegria, questo è il posto del Cuore nella nostra vita. Di un Cuore acceso. E pare quindi più di una semplice coincidenza che l’organo cuore sia legato all’elemento fuoco. Il calore, il tepore, l’apertura e la morbidezza che ci coglie vicino al fuoco, sono presenti nel Cuore. Un calore che arde e non brucia. Come l’amore saggio. Che cosa potrebbe rendere un freddo inverno più dolcemente caldo?

    fonte
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    SECONDO-CERVELLO-8

    La chiave di stress, ansia e tensione è nella pancia. Qui, infatti, si trova un vero e proprio secondo cervello, con importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo che regola le emozioni, i ricordi e il piacere. A lungo l’intestino e’ stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. La verità è che la nutrizione influenza il nostro pensiero e la nostra mente inconscia in una proporzione addirittura del 90%! Oltre a mostrare un collegamento diretto con lo sviluppo di quasi tutte le malattie.

    “Sappiamo che, per quanto il concetto possa apparire inadeguato, il sistema gastroenterico è dotato di un cervello. Lo sgradevole intestino è più intellettuale del cuore e potrebbe avere una capacità “emozionale” superiore. È il solo organo a contenere un sistema nervoso intrinseco in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale.”

    Basi scientifiche Lo afferma Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University autore del best seller “Il Secondo Cervello” – “Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino – spiega l’esperto americano ‐ producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere” [Vedi l'articolo sul sito della Columbia University​]

    La fonte della felicità “Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo. E non a caso le cellule dell’intestino – aggiunge Gershon – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini.” Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, ‘hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia-testa. Per Gershon e’ la prima a dominare, almeno in certi campi.

    APPROFONDIMENTO SULLA SEROTONINA
    La serotonina è coinvolta in numerose e importanti funzioni biologiche: ciclo sonno-veglia, desiderio sessuale, senso di fame/sazietà, umore e peristalsi. Avere un livello di serotonina bassa può comportare disturbi dell’umore, problemi di natura sessuale, problemi a dormire, problemi a defecare, accentuare l’ansia e contribuire a stati depressivi. La serotonina interviene nel controllo dell’appetito e del comportamento alimentare, determinando una precoce comparsa del senso di sazietà, una minore assunzione di carboidrati a favore delle proteine e una riduzione, in genere, della quantità di cibo ingerita. Non a caso, molte persone che lamentano un calo dell’umore (ad esempio una depressione pre-mestruale, vedi sindrome pre-mestruale) avvertono un bisogno importante di dolci (ricchi di carboidrati semplici) e cioccolato (contiene e favorisce la produzione di serotonina, perché ricco di zuccheri semplici, oltre che di sostanze psicoattive). ]

    iL NOSTRO POTERE È NELLA PANCIAI
    La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale e’ pari al 90% dello scambio totale, sostiene il ricercatore. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere. “Quanti – dice – hanno sperimentato la sensazione delle “farfalle nello stomaco” durante una conversazione stressante o un esame?. E’ solo un esempio delle emozioni della pancia, come nausea, paura, ma anche dolore e angoscia. Il sistema nervoso enterico comunica con quello centrale. E quando l’intestino soffre, ad esempio per la sindrome del colon irritabile, la persona ne risente anche a livello psichico.” I bambini che soffrono di colon irritabile da piccoli, hanno la quasi certezza di soffrire anche da grande, di ansia e/o depressione. [Vedi anche Colon e Sistema Immunitario. Ecco dove risiede la nostra forza]

    CONFLITTI EMOTIVI
    Il cervello di sotto quindi, non è solo legato alle reazioni al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare sensazioni autonomamente da quello di sopra, come insegna la neurogastroenterologia, vedi la colite, l’ulcera, i bruciori di stomaco ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress (emozioni forti, non digerite) ed i mediatori con causali sono poi i batteri che si mutano perché le condizioni del terreno intestinali di pH sono variate. [Vedi anche Il tuo medico ti ha mai parlato dei parassiti intestinali?]

    MASSAGIARE LA PANCIA, RESPIRAZIONE ADDOMINALE ED ESERCIZIO FISICO
    Diversamente dai neuroni contenuti nella scatola cranica, quelli sparsi in tutto il resto del corpo possono essere “massaggiati”, sia con il vero massaggio che stimola i corpuscoli tattili e i recettori fibro muscolari e tendinei, sia con il movimento. Inoltre i centri nervosi viscero-addominali possono essere stimolati col respiro addominale (non toracico), come insegnano tutte le discipline orientali.

    ALIMENTAZIONE CORRETTA, MEDITAZIONE E INTEGRAZIONE DEI CONFLITTI

    Dunque stress e ansia pesano sull’intestino e ne alterano il funzionamento. Ma e’ vero anche il contrario: dieta e disordini intestinali sono collegati a variazioni dell’umore. Insomma, nella pancia c’e’ un cervello che assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall’esterno. E che copre un’area vasta: il tessuto intestinale srotolato ha dimensioni di 200-250 metri quadri, ed e’ abitato da 10.000 miliardi di cellule batteriche. Per trattare i disturbi di funzionali del tratto gastroenterico varie tecniche di meditazione si sono dimostrate utili. [Vedi Mindfulness. La meditazione-medicina del momento presente]Bisogna avere quindi l’alimentazione sana (senza latticini, molte verdure, molta frutta, poche proteine animali) e combinare in maniera corretta gli alimenti [Vedi La combinazione degli alimenti]. Per il risolvimento dei conflitti sono molto utili il Rebirthing, Hoponopono e EFT. [Vedi Rebirthing – La respirazione circolare che guarisce,Hoponopono, EFT – Autotrattare traumi, fobie e dipendenze in modo semplice!


    Fonti
    Crescita Spirituale

    Del terzo cervello vi parlerò nel prossimo post
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    Bauman: "Le emozioni passano
    i sentimenti vanno coltivati"
    Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto di lavoro. Il grande sociologo spiega come i legami siano stati sostituiti dalle "connessioni". E aggiunge: "Ogni relazione rimane unica: non si può imparare a voler bene". Disconnettersi è solo un gioco. Farsi amici offline richiede impegno di RAFFAELLA DE SANTIS

    Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di vista. Zygmunt Bauman sull'argomento è tornato più volte (lo fa anche nel suo ultimo libro Cose che abbiamo in comune, pubblicato da Laterza). I suoi lavori sono ricchi di considerazioni sul modo di vivere le relazioni: oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Amore liquido, uscito nel 2003, partiva proprio da qui, dalla nostra lacerazione tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico.

    Cos'è che ci spinge a cercare sempre nuove storie?

    "Il bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L'amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame".

    Dunque siamo condannati a vivere relazioni brevi o all'infedeltà...

    "Nessuno è "condannato". Di fronte a diverse possibilità sta a noi scegliere. Alcune scelte sono più facili e altre più rischiose. Quelle apparentemente meno impegnative sono più semplici rispetto a quelle che richiedono sforzo e sacrificio".

    Eppure lei ha vissuto un amore duraturo, quello con sua moglie Janina, scomparsa due anni fa.
    "L'amore non è un oggetto preconfezionato e pronto per l'uso. È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno. Mi creda, l'amore ripaga quest'attenzione meravigliosamente. Per quanto mi riguarda (e spero sia stato così anche per Janina) posso dirle: come il vino, il sapore del nostro amore è migliorato negli anni".

    Oggi viviamo più relazioni nell'arco di una vita. Siamo più liberi o solo più impauriti?
    "Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre invano".

    Lei però è invecchiato insieme a sua moglie: come avete affrontato la noia della quotidianità? Invecchiare insieme è diventato fuori moda?
    "È la prospettiva dell'invecchiare ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l'assenza di "novità". Quella "novità" che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso".

    Abbiamo finito per trasformare i sentimenti in merci. Come possiamo ridare all'altro la sua unicità?

    "Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l'opportunità di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L'amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l'altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana".

    Forse accumuliamo relazioni per evitare i rischi dell'amore, come se la "quantità" ci rendesse immuni dell'esclusività dolorosa dei rapporti.
    "È così. Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l'illusione di avere tante "seconde scelte", che ci ricompensino dalla sofferenza della precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all'altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere. "L'amore esclusivo" non è quasi mai esente da dolori e problemi - ma la gioia è nello sforzo comune per superarli".

    In un mondo pieno di tentazioni, possiamo resistere? E perché?
    "È richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha parlato della "tentazione della tentazione". È lo stato dell'"essere tentati" ciò che in realtà desideriamo, non l'oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un'apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un'imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente".

    Lei però scrive: "Nessuno può sperimentare due volte lo stesso amore e la stessa morte ". Ci si innamora una sola volta nella vita?
    "Non esiste una regola. Il punto è che ogni singolo amore, come ogni morte, è unico. Per questa ragione, nessuno può "imparare ad amare", come nessuno può "imparare a morire". Benché molti di noi sognino di farlo e non manca chi provi a insegnarlo a pagamento ".

    Nel '68 si diceva: "Vogliamo tutto e subito". Il nostro desiderio di appagamento immediato è anche figlio di quella stagione?
    "Il 1968 potrebbe essere stato un punto d'inizio, ma la nostra dedizione alla gratificazione istantanea e senza legami è il prodotto del mercato, che ha saputo capitalizzare la nostra attitudine a vivere il presente".

    I "legami umani" in un mondo che consuma tutto sono un intralcio?
    "Sono stati sostituiti dalle "connessioni". Mentre i legami richiedono impegno, "connettere" e "disconnettere" è un gioco da bambini. Su Facebook si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli amici offline è più complicato. Ciò che si guadagna in quantità si perde in qualità. Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in sicurezza".

    Lei e Janina avete mai attraversato una crisi?
    "Come potrebbe essere diversamente? Ma fin dall'inizio abbiamo deciso che lo stare insieme, anche se difficile, è incomparabilmente meglio della sua alternativa. Una volta presa questa decisione, si guarda anche alla più terribile crisi coniugale come a una sfida da affrontare. L'esatto contrario della dichiarazione meno rischiosa: "Viviamo insieme e vediamo come va...". In questo caso, anche un'incomprensione prende la dimensione di una catastrofe seguita dalla tentazione di porre termine alla storia, abbandonare l'oggetto difettoso, cercare soddisfazione da un'altra parte ".

    Il vostro è stato un amore a prima vista?
    "Sì, le feci una proposta di matrimonio e, nove giorni dopo il nostro primo incontro, lei accettò. Ma c'è voluto molto di più per far durare il nostro amore, e farlo crescere, per 62 anni"

    TRATTO DA : LA REPUBBILCA .IT
6328 replies since 17/10/2006
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