LEGGENDA DEI CAMPANILI DELLE ALPI

leggenda originaria astigiana

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  1. Sapphyr
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    I montanari narrano antiche leggende sui campanili.
    In un villaggio alpino vi era un paesetto la cui cappella era senza campane.
    Un giorno, comparve un signore che, discorrendo alla buona con i pastori, promise per l’anno dopo, un
    bel regalo. Infatti dopo un anno, riapparve portando una campana per la cappella.
    Fu un giorno di gioia per i montanari che volevano regalare a quel signore burro, formaggio, tutto quello
    che avevano; ma lui non volle nulla.

    Il giorno seguente pèrò incontrarono ancora quel signore ed ecco comparire un vecchio che, rivoltosi al
    benefico sconosciuto gli disse: “Ti conosco; tu sei il diavolo. Perché hai regalato quella campana?”
    Il diavolo non potè negare e disse che aveva fatto quel dono affinchè i montanari andassero alla cappella
    solo quando erano chiamati dalla campana e così avrebbero pregato meno; prima invece vi andavano
    troppo presto e pregavano di più:
    La campana fu tenuta, ma i montanari continuarono a pregare a lungo, perché il diavolo non raggiungesse
    il suo scopo e fosse beffato.

    Il diavolo è protagonista di molte leggende piemontesi; è cattivo, nemico degli uomini, trasporta enormi
    macigni da un luogo all’altro, costruisce strani rifugi o distrugge quel che ha fatto l’uomo.
    Anche il Rocciamelone, nelle Alpi Graie, ha la sua antica leggenda; essa dice che era impossibile giungere
    in cima al monte perché vi stavano dei demoni i quali, per difendere un tesoro raccolto lassù, gettavano
    sassi su chi volesse salirvi.
    Un giorno, il marchese Arduino, con vari sacerdoti vi salì ed a quella vista i diavoli fuggirono, ma il tesoro
    purtroppo non fu trovato!
    Dove si vede qualche grosso macigno in bilico, si dice che ve l’abbia portato il diavolo. Così tra l’alta Val
    Sesia e la valle di Gressoney c’è un grosso macigno che si chiama il “sasso del diavolo”.
    Narra una leggenda che il diavolo, vedendo che i montanari di Gressoney stavano costruendosi una
    chiesa, volle distruggere l’opera cominciata e andò presso la Sesia, a prendere quel macigno e sulle spalle
    se lo portò verso la valle di Gressoney per lanciarlo dall’alto, sulla chiesa nascente e seppellirla.
    Mentre andava con quel carico, si sentì stanco, tanto stanco che per riprendere fiato dovette posare il
    macigno a terra. Quando fece per rimetterlo sulle spalle, il macigno non si mosse; si era attaccato alla
    terra in tal modo che neanche il diavolo riusciva a staccarlo. Furibondo gli diede un gran pugno che lo
    spaccò e infatti oggi, il “sasso del diavolo” presenta un’enorme fenditura.
     
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  2. brughiera57
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    :clapclap: forte....il masso spaccato :)
     
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  3. fase_lunare
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    Ma quanto mi piacciono queste storielline :B): Grazie Sapphyr!!! :clapclap:
     
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2 replies since 5/10/2008, 14:35   183 views
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