Sebastiano Monieri Editore presenta: ARABESQUE di Franco Forestiere

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    Sebastiano Monieri Editore è lieta di presentare: ARABESQUE, prima raccolta di pesie di Franco Forestiere.

    Isbn 978-88-905983-1-9

    Euro 9,00 + spese di spedizione


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    NOTE DELL’EDITORE

    di Sebastiano Monieri

    Ho il privilegio di conoscere Franco Forestiere da quasi
    trent’anni, ed in questo non breve periodo ho avuto modo di conoscerne in profondità quello spessore umano e sensibilità che non a tutti è stato possibile vedere, anche in virtù di una non comune riservatezza che gli è propria.
    Molti conoscono Franco per la sua passione sociale e politica
    come pure per la sua attività d’instancabile analisi della società siracusana attraverso innumerevoli iniziative nel campo del giornalismo e della promozione culturale; molto meno quale spirito sensibile ed autore di una sequenza di “osservazioni” dell’animo umano che in questo volume si manifestano finalmente nella ricchezza del verso poetico.
    Sono l’ultimo che possa permettersi di dare un giudizio sull’arte
    e sulle parole che di seguito troverete su queste pagine, ma posso certamente su esse fornire una chiave di lettura.
    Arabesque è ben più di uno spaccato dell’animo dell’autore; è
    un nuovo tentativo da parte sua di mettersi in contatto col mondo che lo circonda ed al contempo di stimolarne una riflessione. Il crepuscolo che è citato nel sottotitolo dell’opera non è semplice e anche banale riferimento ad atmosfere poetiche già sentite, o bilancio di una vita già vissuta, ma è analisi allo stato attuale del nostro essere collettivo, della nostra capacità di relazione quale esseri umani componenti un contesto in grave crisi, privo di connessioni credibili al di là della massa di Bytes lanciati in rete.
    Ecco perché Arabesque si presenta come un moto in itinere, in
    attesa di quello che l’autore definisce “riverberi”, ovvero risposte a seguito di interrogazioni che qui sono espresse in versi.
    Versi apparentemente crepuscolari, dietro i quali vi è vi è una
    perenne provocazione, la volontà di suscitare in chi legge una reazione, una riflessione, anche momentanea, istintiva, che possa anche sovrapporsi al testo stampato. Ecco perché ad ogni pagina, ad ogni verso è collegato uno spazio aperto ad appunti, sviluppi, nuove idee che proseguano quanto Franco Forestiere ha scritto: “riverberi”, appunto.
    “In nomen homen”, dicevano gli antichi, e così credo sia per
    Franco, “forestiere” rispetto a tutti i contesti, viaggiatore dell’animo umano, elettivo perturbatore di tutti gli status quo in cui si è trovato a fermarsi, non accettando gli equilibri, le omertà, le ingiustizie che conseguono allo stabilirsi di gerarchie inossidabili che non è pronto ad accettare e che intimamente non lo accettano.
    Arabesque non è un libro banale; la sua costruzione, anche
    grafica, è espressione di una volontà che intende dissacrare senza distruggere, additare senza gridare, provocare senza disturbare; in poche parole, COMUNICARE.
    Ho iniziato queste brevi note esprimendo il mio personale orgoglio di essere amico di Franco Forestiere; le concluderò rappresentando l’orgoglio di essere stato chiamato a partecipare nella qualità di editore, di consulente, a questa opera che certo non è la conclusione di un discorso, ma certamente, l’avvio della stesura di un nuovo capitolo a cui tutti voi che leggerete queste pagine siete chiamati a partecipare.


    Da ARABESQUE di Franco Forestiere

    Chissà se...

    Chissà se è ancora tempo
    di emozionarsi
    di rincorrere un sogno quasi perduto
    di illudersi in qualcosa o per qualcuno
    chissà se è ancora tempo
    di poter affermare con certezza io sono vivo
    di raccogliere un sorriso, uno sguardo d’intesa
    di poter camminare a piedi nudi sulla battigia
    chissà se è ancora tempo
    di correre a perdifiato su un prato fiorito
    di respirare a pieni polmoni la fresca aria del mattino
    di chiedere scusa per un torto commesso
    chissà se è ancora tempo
    di guardare negli occhi chi ami e rubarne una lacrima
    di pensare che in fondo non era poi così male...la vita
    di chiudere gli occhi in pace con te stesso e il mondo
    di calare il sipario con un minimo di dignità.


    Edited by E_Greffulhe - 9/11/2013, 10:28
     
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